Era una notte come tante altre, o almeno così sembrava. Le strade della piccola città erano immerse in un silenzio irreale, rotto solo dai lontani passi di chi, come Sofia, si affrettava a tornare a casa prima che il temporale incombente si scatenasse. Il cielo, grigio e pesante, preannunciava l’arrivo di qualcosa di più che semplice pioggia.
Non appena le prime gocce cominciarono a cadere, Sofia si fermò sotto la tettoia di una vecchia libreria chiusa. Il suono della pioggia, delicato ma insistente, sembrava volerle parlare. Strinse la giacca intorno al corpo, rabbrividendo, e chiuse gli occhi. C’era un mormorio nell’aria, come se la pioggia le sussurrasse segreti dimenticati da tempo.
Mentre ascoltava, il mormorio si fece più chiaro, e una voce dolce sembrò emergere dal suono delle gocce: “Torna a casa.”